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ANTEPRIMA RIFLESSA NELLO SPECCHIO DI UN
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Riflessa nello specchio di un narcisista, Barbara Masciopinto (Novità Editoriale)

ISBN 978-88-99823-44-3  Come in uno specchio si riflette la bellezza, così trova il proprio riflesso l’anima manipolatrice del narcisista, che compie atti e mette in pratica subdole azioni per coprire la propria fragilità. In questo specchio trovano tracce dei propri profili i tanti personaggi che animano questo romanzo abilmente costruito dalla fervida fantasia dell’autrice. Spaccati di vite, emozioni, fallimenti, piccole vittorie e molte rinascite. Tutto si alterna in un pot-pourri di altalenanti sensazioni. Il bisogno di sentirsi amati si confonde con la sensazione dell’essere posseduti, controllati fino al soffocamento del proprio Io, fino al perdere l’identità per poi ritrovarla, in se stessi, riappropriandosi della propria porzione di specchio che riflette, indelebilmente, il proprio mondo.

pg. 136 b/n Barbara Masciopinto

 

masciopinto narrativa nic24

13,00 €

  • 0,6 kg
  • disponibile
  • spediamo in 3-5 giorni lavorativi1

Abbiamo fatto due chiacchiere con Barbara Masciopinto, scopriamola insieme...

 

D.: Ciao Barbara, sei emozionata per questa tua prima creatura letteraria?

R.: Certo, mi emoziona soprattutto perché quando ero molto piccola, una persona molto speciale mi consigliò questa strada. Non le detti ascolto; mi dispiace moltissimo che non sia più qui per poterle mostrare questa creatura.

D.: Un romanzo davvero importante, una storia molto intensa, con intrecci narrativi che riportano sempre alla figura principale della storia, ovvero il narcisista. Sei una psicologa, per cui ti chiediamo di spiegarci in modo molto semplice chi è un narcisista.

R.: Il narcisista è complesso per natura. Possiamo immaginarlo come una persona che crede di essere diversa e superiore alla massa di gente comune; tuttavia è perseguitata dal terrore di non valere nulla. Quindi quando sente puzza di fallimento, manipola tutto ciò che può per continuare a nutrire la convinzione di essere un superuomo/superdonna.

D.: Dal punto di vista clinico come si aiutano le persone affette da narcisismo?

R.: In realtà è molto raro che questi pazienti si rivolgano ad un terapeuta, soprattutto un narcisista come quello descritto nel libro; se avviene è molto probabile che vi sia un problema di depressione o di ansia legato al fallimento dell’immagine del supereroe. L’intervento su questi pazienti si propone di aumentare la loro consapevolezza del funzionamento mentale: si guida il paziente a riconoscere, proprio attraverso la relazione con il terapeuta, i processi interpersonali e le convinzioni distorte che reggono il disturbo.  Tuttavia ogni singolo paziente è davvero unico e l’intervento diventa molto personalizzato.

D.: Spero ti piacciano i colori perché ora sto per citare alcuni colori e ti chiedo di voler dare un aggettivo per ciascuno di essi. Sembra facile ma ho visto che così non è... in altre chiacchierate fatte finora, non tutti ci sono riusciti. Iniziamo: rosso, arancione, fucsia, celeste, blu di prussia, terra di siena bruciata, ciclamino, verde, giallo, bianco, nero.

R.: Rosso, passionale; arancione caldo; fucsia vivace; celeste rilassante; blu di prussia mistico; terra di siena bruciata non ho la minima idea di quella di siena, terra bruciata in generale direi selvaggio; ciclamino vivo; verde noioso; giallo esuberante; bianco puro; nero nascosto.

D.: Quali sono le tue letture preferite?

R.: Confesso di essere un po’ noiosa in questo, preferisco leggere saggi che trattano la mia materia di studio, la psicologia. 

D.: Stai per diventare mamma, che emozioni provi?

R.: Non posso dire che siano state tutte positive; anche se la società suggerisce che una donna incinta “deve” essere la più felice del mondo. In realtà cambiamenti fisici, nausea e divieti alimentari si uniscono a tempeste ormonali di varia entità: come si può essere felici?! Sono stata felice quando ho avuto il risultato del test o durante l’ecografia, quando ho visto per la prima volta il suo corpicino; sono momenti felici e momenti in cui mi sono sentita uno schifo.

Adesso che sono quasi al termine, sentire una vita dentro la mia pancia, mi rende felicissima; nonostante permangano emozioni di ansia per la futura gestione del lavoro, finalmente posso dire di essere meno isterica e più felice… anche se lo sarei di più con un bel calice di vino.

D.: Quali sono i tuoi sogni più ricorrenti e, secondo te, sognare aiutare ad avere altri sogni o è solo un sogno senza sogno? (Questa è degna del miglior Marzullo!)

R.: Non ho sogni ricorrenti, dormo profondamente (anche se ancora per poco) e difficilmente ho memoria dell’attività onirica. In momenti particolarmente stressanti sognavo di essere in ritardo per qualcosa, tipo un aereo perso o simili. Infatti il sogno è una perturbazione del sonno, solitamente c’è sempre un minimo di attività onirica anche se al mattino non ne abbiamo memoria. Quando ricordiamo bene un sogno significa che il sonno era molto disturbato e poco profondo, quindi se vuoi sognare di più basta stressarti un po’.

D.: Il peggior libro che tu abbia mai letto qual è? Solitamente siamo avvolti da un certo pudore che ci impedisce di dire che un libro è veramente brutto... ma a furia di dire che tutti i libri sono belli e ... purché si legga va bene tutto, continuano a propinarci libri di qualunque genere scritti in qualunque modo possibile, senza editing, senza storia, senza arte narrativa. Qual è il libro o i libri che davvero non ti sono affatto piaciuti?

R.: “Il bambino dimenticato” di Benny Fera è sicuramente il peggiore che mi sia capitato. Una struttura volutamente caotica e frammentata per la ricerca ostinata di originalità; l’esaltazione di un disturbo dell’apprendimento come elemento fondamentale in grado di farti diventare un essere speciale e contemporaneamente la negazione dell’esistenza della stessa natura del disturbo. Nonostante condivida l’obiettivo di adattare l’insegnamento delle scuole alle problematiche dell’apprendimento, non si può negare la loro esistenza.  Non ho gradito né la forma né il contenuto.  

D.: E il libro più bello in assoluto che hai letto finora?

R.: Se non faccio riferimento al mondo della saggistica, “Delitto e castigo” Dostoevskij. Mi rendo conto di essere un po’ strana, però l’autore è stato in grado di descrivere meravigliosamente il senso di colpa e la depressione del protagonista, con un riferimento al corpo assolutamente realistico. Tuttavia non nascondo la grande difficoltà della struttura narrativa, soprattutto i nomi chilometrici che dimenticavo ogni due pagine.

Un altro libro, decisamente più leggero ma ugualmente molto bello è stato “La solitudine dei numeri primi”; una narrazione fresca e scorrevole che cattura in modo estremamente realistico il tormento di due anime adolescenziali, segnati dai loro traumi e bloccati nelle relazioni.

D.: La tua musica preferita?

R.: Non ho un genere preferito, mi piace sperimentare. Ho sempre avuto un debole per Sting e per i Pink Floyd 

D.: Preferisci il cinema, la tv o il teatro?

R.: Dipende da cosa voglio fare. Se voglio spegnere il cervello tv, se voglio gustare uno spettacolo e nutrire il cervello il teatro.