Giorgia Groccia, classe '94, è cantautrice, attrice e scrittrice barese. Nasce ad Acquaviva delle Fonti (Bari), consegue il diploma di liceo classico a Bari. Prosegue gli studi universitari a Lecce laureandosi in Scienze e Tecniche Psicologiche nel 2016. Attualmente frequenta il Master in Critica Giornalistica presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" a Roma. A maggio 2018 presenzia al festival di Cannes nella sezione Short Film Corner per presentare il cortometraggio indipendente del regista Enrico Acciani, in cui riveste il ruolo di attrice protagonista. Svolge attività di critica teatrale e cinematografica ed è attualmente impegnata nella registrazione di un EP di suoi inediti.

BLUE. frammenti è la sua Opera Prima.

BLUE. frammenti di Giorgia Groccia (novità editoriale)

ISBN 978-88-99823-25-2 Giorgia Groccia 

BLUE. frammenti, opera prima.

Un rapporto tra madre-figlia a tinte forti, sentimenti in gioco in un vortice emozionale in forte crescita e dilagante in un rapido divenire. Blue, ma anche Maria, due facce della stessa medaglia. Intrecci di vita, di passione, di rapporti. Una storia emozionante, moderna, su cui riflettere e da cui ripartire.

<<Alcune tipologie di occhi hanno un'espressione interiore che non può essere spiegata. Ti guardano e, mentre lo fanno, ti hanno già spogliata, ti attraversano il corpo con delle lame invisibili e non puoi farci niente. Puoi lasciarti solo scavare; ci si perde in certi occhi.>>

pg. 104, b/n

Groccia, Blue, nic17 romance, polychromos

12,00 €

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conosciamoci meglio

D.: Chi è Giorgia Groccia? Al di là delle note biografiche, raccontati.

R.: Giorgia è un'inguaribile sognatrice. Nella mia intera vita non ho mai pensato neanche per un secondo di fare qualcosa che non amassi davvero profondamente. È più forte di me, appartengo al palcoscenico e alle parole, nient'altro può rendermi felice.

D.: Da cosa nasce l'esigenza di scrivere? Tu scrivi anche i testi che canti, cosa racconti, cosa ti emoziona?

R.: Sono particolarmente legata alla nostra lingua, l'italiano. Penso sia poetico e al tempo stesso diretto, crudo. Ho sempre scritto inconsapevolmente quando ero più piccola per poi rendermi conto di non poterne davvero farne a meno. Stessa cosa per quanto riguarda le mie canzoni. Ho passato molto tempo paralizzata sulla riflessione di non essere in grado di scriverne, non credevo davvero fosse possibile. Poi, grazie all'aiuto del maestro immenso Bungaro che mi ha spronata durante una masterclass, ho capito quale fosse la mia reale natura ed entità musicale in un mare magnum di possibilità.

D.: Questa è la tua prima opera letteraria. Come è nata? Cosa racconti in quest'opera?

R.: Blue esisteva già da molti anni tra le bozze del mio pc. Esistevano i personaggi, certo erano meno dettagliati forse annotati frettolosamente, ma c'erano. In un momento buio lo scorso anno non avevo molte possibilità a cui appigliarmi. Mi sentivo svuotata, smarrita, persa, lontana da casa sopratutto. Ed è stato lì che ho riesumato i miei personaggi, la mia storia. Si è scritta da sola, io ho solo rimesso assieme i pezzi. In breve tempo prendeva finalmente forma un qualcosa che avevo maturato nel tempo, consapevolmente e con costanza. Blue è una scoperta nei meandri di me stessa e di tutte le persone che in un modo o nell'altro si sono intrecciate alla mia vita lasciandone inesorabilmente un'impronta.

D.: Cosa vuoi fare da grande? Sicuramente hai tanti desideri e fai tante cose. Ma potendone scegliere una, cosa farai da grande?

R.: Io vorrei scrivere sempre: scrivere storie, scrivere canzoni, scrivere poesie. Io voglio scrivere. Questa è una certezza assoluta. Se poi la mia musica e le mie storie dovessero incrociarsi ancora e piacersi esattamente quanto si piacciono adesso, tanto di guadagnato.

D.: Nelle tue note biografiche ci dici che stai lavorando ad un nuovo EP. Ci dici qualcosa in anticipo?

R.: L'EP che sto registrando è fondamentalmente un concept album, per tanto è composto da molti frammenti di uno stesso mosaico. Spazia da tonalità cromatiche chiare, quasi bossa nova, sicuramente acustiche, a scenari cupi e angusti. Sono le sfaccettature dell'essere umano, dalla sanità mentale alla malattia. Le mie canzoni narrano di quelle piccole cose che a volte, a causa dell'alienazione che regna sovrana di questi tempi, vengono trascurate, sottovalutate forse, e al tempo stesso raccontano con delicatezza, celandone gli aspetti peggiori, i disturbi mentali, considerandoli parte integrante della nostra quotidianità. Non basta chiudere gli occhi, alcune cose si percepiscono con altri sensi meno ingannevoli, palpabili.